Stralci di una storia di un bambino non ascoltato
Io sono piccolo ma so cosa non voglio,
mi piace giocare con il papà,
non mi piace giocare con lui quando siamo da soli, io e lui ,
non so come spiegare…
non mi piace dire questo , che non voglio andare a casa da solo con lui, non voglio fare un dispetto al papà… e se poi lui non vuole più venire a giocare con me?
Mentre gioco con lui ogni tanto mi vengono in mente dei brutti pensieri, cose che sono successe con lui e allora dico all’operatrice che non voglio restare più, voglio andare a casa, voglio la mamma.
Non le ricordo, non voglio pensarci, voglio solo andare a casa…
Cosa devo fare di più per far capire che ci sto male ? Che non sono felice di stare da solo con il papà?
Quando tornavo a casa, dopo essere stato con lui, tiravo calci e pugni, ero pieno di rabbia contro la mamma che mi aveva lasciato solo con lui, non volevo stare più senza la mamma , piangevo e piangevo , non riuscivo a smettere… mi arrivava tutta la paura che avevo provato…
Piangevo anche all’asilo e poi mi veniva di fare alle amichette e agli amici quello che mi faceva il papà, non so perché ma lo facevo e poi loro non volevano, così come non volevo io quando ero con il papà… così li stringevo forte fino a fare male…
Poi ho iniziato a dire che non volevo più andare con lui , perché? Perché non voglio e basta.
Ma non è bastato, perché lui ha continuato a venire e a portarmi via con lui…
Ho provato anche con i cartoni animati , per me il cattivo aveva sempre la faccia del papà
Ma avevo davvero tanta paura, anche di notte mi sembrava di vedere un mostro che si avvicinava al mio letto e non riuscivo a dormire, chiamavo, volevo solo la mamma vicino a me…
Poi finalmente sono riuscito a dire perché non voglio più andare con il papà, perché mi fa delle cose che non voglio…
Ma quando mi hanno chiesto di ripeterlo, non ho saputo ben spiegarlo perché non lo so bene cosa mi faceva… fa delle cose che non capisco, ma mi sento male, non sto bene…
non riesco a dire tutto, le cose più brutte non me le ricordo subito, poi arrivano…
soltanto la mamma mi ha capito, ma non ascoltano neanche lei…
Poi sempre con più decisione ho detto che non ci andavo più e sono anche riuscito a dire perché; ed ero molto arrabbiato ed ero anche più grande…
L’ho detto anche alle maestre e alle mamme dei miei amici… ma sembra che nessuno mi possa aiutare… per ora.
Per gli adulti che siamo, nei luoghi e nei ruoli che ricopriamo : quali condizioni di ascolto riusciamo ad allestire e ad autorizzare, quali competenze diffuse nella comunità degli adulti riusciamo a mettere a disposizione per assicurare ai bambini lo spazio adeguato per prendere in considerazione le ipotesi di accadimenti così insopportabili e indicibili senza l’urgenza di liquidarle prima di averle falsificate o comprovate?